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mercoledì 13 ottobre 2010

Recensione: "La chiave del Brebo"

Giorgio Bassoli e Giuseppe Danilo Vallarino, La chiave del Brebo, Genova, Editrice Libropiù, 2008

    Sulla scia di un certo numero di pubblicazioni dedicate alla nostalgica memoria delle nostre campagne, delle tradizioni materiali e del folklore, gli Autori ci aprono le porte di un entroterra genovese che sembra essere estraneo allo scorrere del tempo così come lo si conosce in città. Il Brebo è una piccola valle alle spalle dei monti, una realtà parallela, esostorica, senza contatti con il mondo moderno, di cui gli Autori ci mostrano le delicate e toccanti immagini: un universo fatto di dettagli, di pietre e di foglie, di stradine, di finestre, di profumi agresti e di sole.
    Un libro fatto anche di poesia e di parole, a volte di commozione e a volte di silenzioso dolore per un mondo che c’è e non c’è, che si fa ogni giorno più sottile. Ci emoziona e ci fa sorridere con i colori delle montagne e con i volti familiari degli anziani, ma allo stesso tempo ci pone di fronte un problema e, con esso, una responsabilità. Il mondo del Brebo, che si apre solo con l’apposita magica chiave, cioè con una nuova disposizione mentale ed un rinnovato interesse per riscoprirlo, è un mondo fragile, in bilico tra la realtà e l’oblio, che non può sopravvivere solo attraverso i ricordi ma che ha bisogno di nuova linfa vitale, di gente che lo veda e che voglia farlo rivivere. E forse proprio oggi c’è la possibilità che questo avvenga, che chi fugge dalle città rombanti in cerca di un po’ di pace raccolga le briciole una ad una fino davanti alla porta del Brebo e che sappia trovare, tra tante, la chiave per entrarci.
    Un libro tutto da gustare, da sfogliare pian piano, da osservare. Un ottimo lavoro di memoria e d’arte poetica.


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