Cassana: castellaro, chiesa e grotte
Il territorio di Cassana, su cui sono sparse otto frazioni, prende il nome dal torrente omonimo, che sgorga dal monte Bardellone, pochi metri sotto il passo e si snoda in una valle profonda e verdeggiante, fino alla confluenza con il Rio Redarena che poi si getta nel Vara.
Sulla sommità di un monte, a metà dell’antico percorso Levanto/Borghetto Vara di cui abbiamo già parlato, sorge il nucleo principale del paese, costituito dalle frazioni Corneto, Il Prato, La Via e Chiesa. Proprio quest’ultima frazione suscita il nostro interesse poiché, se le altre località si sono sviluppate solo a partire dal X secolo, Chiesa ha un’origine più antica, collocabile nell’ultima fase dell’età romanica (III/V secolo).
L’attuale chiesa parrocchiale di San Michele, che dà il nome alla località, infatti, è stata costruita nel XVI secolo sulla base di un preesistente edifico difensivo romanico. Quello che oggi è il campanile era, una volta, la torre a pianta quadrangolare della fortificazione ed i possenti muri perimetrali della chiesa erano antiche muraglie a probabile difesa di un insediamento militare relativamente stabile.
In effetti, la posizione della fortezza risulta rilevante ai fini di un controllo militare del territorio e della rete viaria, poiché si trova in posizione dominante rispetto alla strada principale dal mare ai monti di cui sopra, oltre alle mulattiere delle vallate circostanti, compresa la direttrice EO, dal golfo spezzino al genovesato.
Tuttavia, il castrum romanico non è il primo insediamento nella zona. A nord-ovest del borgo di Corneto, infatti, si trova il monte Castellaro, lungo una delle mulattiere che portano alla Foce del Bardellone. Il toponimo "Castellaro", come abbiamo già notato, è quasi sempre sinonimo di un insediamento fortilizio preistorico, i cui resti sono stati effettivamente rinvenuti su questa sommità.
Si tratta di imponenti muri a secco disposti a terrazze, simili a quelli ritrovati in molti altri siti della stessa tipologia. Tale castellaro preistorico controllava, molto probabilmente, l’antica mulattiera vicino alla quale sorge, come avrebbe fatto il forte romanico in tempi successivi.
L’insediamento umano in queste valli è sicuramente molto antico e, nell’intricato sistema di cavità carsiche che caratterizza la vallata, alcuni studiosi hanno ipotizzato, per ora senza riscontri, una frequentazione dell’homo neanderthalensis.
Proprio alla stretta imboccatura di una di queste cavità, chiamata "Resciadora" (sfiatatoio), posta sul ciglio della strada che porta a Pignone, potrebbe essere legato un antico culto naturalistico.
Questo anomalo fenomeno carsico si presenta, infatti, come un angusto tunnel con due aperture: quella posta più in alto, nel sottobosco, è un pericoloso inghiottitoio di circa un metro di diametro, mentre quella posta a livello della strada è una singolare fenditura rocciosa da cui, secondo la leggenda, in estate soffia un vento freddo e, in inverno, sgorga un’acqua limpida e gelata. Il vento freddo proverrebbe addirittura dal mare e, infilandosi in un’apertura costiera, sarebbe incanalato dalle cavità carsiche fino a sfociare a Cassana.
Effettivamente, con un rapido sopralluogo, ci si accorge di come la leggenda sia, ancora una volta, vicina alla realtà. L’aria che soffia incessante dallo sfiatatoio, infatti, è decisamente fredda anche in pieno agosto e il rivolo di acqua pura che ne sgorga sembra destinato ad aumentare la portata, nelle stagioni piovose. La Resciadora, inoltre, fa parte del complesso sotterraneo della Caverna Ossifera, cavità naturale dove nel 1824 il professor Paolo Savi di Pisa rinvenne grande quantità di ossa di varie specie animali.
Su questo sito aleggiano diverse leggende che lo vedono dimora di fate malvagie e diavoli, luogo di quelle diaboliche processioni di lumi che sono tanto frequenti nella tradizione orale ligure.
In effetti, è possibile ipotizzare una frequentazione sacra del sito proprio partendo da queste piccole leggende.
Fate e diavoli, infatti, in quanto esseri dell’altro mondo, sono in stretto contatto con il regno dei morti e la loro funzione, nella favolistica tradizionale, è proprio quella di intermediari tra i due mondi. Inoltre, la processione di lumi di cui si parlava prima è una manifestazione che i morti, appunto, mettono in atto nel regno dei vivi. In tutte le storie che riportano queste processioni, chiamate anche "menada", esse sono sempre in contatto stretto con l’aldilà. I partecipanti a questa ritualità blasfema sono spesso descritti come fantasmi, morti, ossa di morti, fiammelle (cioè fuochi fatui) o streghi. Gli streghi, nella cultura popolare europea, sono sicuramente il rimasuglio di un immaginario antico, che rimanda a personaggi dotati di poteri "magici" di tipo sciamanico e, per questo, legati anch’essi al mondo dei morti(1).
Il fatto che le leggende fiorite intorno alla Resciadora, quindi, siano imperniate tutte su figure mitiche che da sempre hanno a che fare con il mondo dei morti, non può che suggerirci l’ipotesi che questo luogo così suggestivo, che unisce due leitmotive della sacralità preistorica, la grotta e la sorgente, avesse in qualche modo a che fare con le pratiche funebri. La grotta, infatti, è il significativo luogo di sepoltura preferito dalle antiche genti liguri, come ci dimostrano, ad esempio, i siti sepolcrali dei Balzi Rossi (IM), Arene Candide (SV), Equi Terme (MS) ecc.
Questo potrebbe giustificare anche l’evidente intento esortativo delle leggende a non avvicinarsi troppo ad un luogo popolato di essere diabolici e soprannaturali, come memoria inconscia di un sito forse importante per la religiosità pagana, considerato "empio" e, quindi, interdetto ai cristiani.
Si tratta solo di un’ipotesi, certo, ma forse non tanto lontana dalla realtà. Gli indizi ci sono.
Inoltre, non dimentichiamo che il nome "Cassana", come già detto, deriva probabilmente dal termine celtico cassanus, che indicava la quercia, albero sacro per i celto/liguri e, forse, proprio in questa vallata era situata una selva consacrata, per cui il termine generico sarebbe diventato, poco a poco, toponimo.
Note:
(1) Carlo Ginzburg, Storia notturna, Torino, Einaudi, 1995
Sentiero Bardellone-Cassana: passerella medievale |
Cassana, interno della grotta Resciadora |
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