Sulla strada per Beverone: La Madonna dell’Ulivo
L’antica mulattiera che, dipartendosi dalla piana alluvionale di Brugnato, sale ripida fino al monte Beverone, "tetto" della media e bassa Val di Vara, era un itinerario di sicura importanza nel passato. Era, infatti, la più rapida via di collegamento tra il territorio dello Zignago e il bivio, situato probabilmente presso il letto del Vara, che permetteva di scegliere se proseguire verso sud fino al mare oppure di svoltare sulla via romea in direzione della Lunigiana o del Genovesato. Questo già quando ancora non esisteva Brugnato e il fiume non aveva riempito di detriti la valle fino a farla diventare la fertile pianura che oggi conosciamo.
A soli due chilometri da Brugnato, su questo antico percorso, ormai caduto in disuso, sorge un modesto santuario, che la storia vuole eretto dai monaci del vicino convento di San Colombano per officiare le funzioni durante i lavori di restauro della loro chiesa.
Si tratta della "Madonna dell’Ulivo", oratorio di pietra intonacata ad unica navata, senza orpelli o fregi degni di nota. Anche in questo caso, la leggenda sostiene che un quadretto ligneo raffigurante la Madonna con bambino fosse stato rinvenuto tra i rami di un ulivo e, dato l’evento considerato miracoloso, fosse stata costruita la cappella.
Oltre alla consueta formula del racconto di apparizione di cui, in questo caso, è rimasto solo il nucleo, riscontriamo che il santuario si trova, come tutti gli altri descritti finora, in prossimità di una via di comunicazione importante, per cui è del tutto probabile che si trattasse di un luogo sacro ai pagani, che sarebbe stato convertito.
In effetti, anche la storia dei monaci che lo edificano in sostituzione del loro oratorio, chiuso per lavori, non è molto credibile. Il convento, infatti, per quanto vicino, si trova comunque a quattro chilometri, dalla parte opposta della vallata ed è piuttosto inverosimile che i monaci abbiano scelto un sito non velocemente raggiungibile né per la costruzione né per la frequentazione.
È più probabile, invece, che la Madonna dell’Ulivo sia stata eretta sul luogo in cui i viandanti pagani, che seguivano la strada verso Zignago, si fermavano a venerare un idolo naturalistico o agrario, forse legato proprio all’ulivo (come per il Santuario di Roverano), alla stregua di una maestà contemporanea che, in un punto particolarmente faticoso del percorso, protegge il pellegrino e lo incoraggia a proseguire.
L’ulivo è uno dei tanti simboli precristiani che il cristianesimo ha fatto suoi e non sorprende il fatto che la Vergine scelga proprio tale albero per la sua apparizione.
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