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giovedì 4 novembre 2010

Itinerari: l'ex ferrovia Levanto-Bonassola


Dopo l’itinerario nella Levanto medievale, che abbiamo proposto nel post precedente, suggeriamo al turista curioso e attento questa breve e piacevole passeggiata che, ricalcando il percorso storico dell’ex ferrovia, conduce da Levanto a Bonassola.
La partenza è in località Vallesanta, poco distante dal principale parcheggio della cittadina, presso l’ex stazione ferroviaria, attuale sede della protezione civile. Qui, all’estremo ovest della baia di Levanto, proprio sopra la spiaggia libera, si trova la prima galleria, a cui si giunge tramite un modernissimo intervento urbanistico, il cosiddetto waterfront; edificazione che, inserendosi nell’ingombro dell’ex massicciata ferroviaria, offre una passeggiata lungomare dotata di panchine e aiuole profumate, unitamente ad altre iniziative immobiliari di dubbia utilità.
Bisogna iniziare con il dire che la tratta ferroviaria in questione fa parte del più ampio tragitto Sestri Levante-Monterosso che, a causa delle difficoltà di gestione legate all’estrema vicinanza col mare, fu chiuso al traffico ferroviario nei primi anni ‘70, sostituito dall’attuale impianto, più moderno e più interno alla costa. La creazione di questa tratta risale addirittura agli anni ‘60 dell’800 ed è stata inaugurata ufficialmente nel 1874. Si tratta di un’opera colossale, se pensiamo all’epoca in cui venne realizzata e che oggi, a quasi centocinquant’anni dalla creazione, si conserva pressoché intatta. Le gallerie, nella fattispecie, erano scavate totalmente a mano, con il solo ausilio di esplosivi e il materiale estratto era lavorato in loco ed utilizzato per la posa di tutte le strutture murarie necessarie.
La passeggiata da Levanto a Bonassola, assolutamente vietata ai mezzi a motori e consacrata a pedoni e ciclisti, è stata inaugurata nel marzo di quest’anno, dopo un paio d’anni di lavori di consolidamento e messa in sicurezza di alcune parti. Si tratta di un lavoro veramente eccellente, se si considera che in alcuni tratti l’erosione era stata tale da distruggere totalmente il piano stradale. I punti crollati sono stati ricostruiti con perizia, i muri consolidati, le gallerie rinforzate dove necessario, messe in sicurezza e illuminate e, dove il percorso si sviluppa all’aperto, è stata installata una robusta ringhiera metallica.
Il percorso, lungo circa 3 km, attraversa le serpentiniti della scogliera levantese e alterna soleggiati tratti all’aperto, da cui si gode la bellezza quasi incontaminata di una parte di costa che non ha conosciuto il turismo di massa, a tratti anche lunghi in galleria.
La prima galleria di Vallesanta, molto breve, rende già l’idea della pregevole architettura ottocentesca che accompagnerà l’intero percorso, con archi di pietra locale e mattoncino realizzati a regola d’arte. Subito prima di entrare, alla destra della galleria, si trova un casello ferroviario, attualmente abitazione privata. Dopo la seconda galleria, un ampio tratto all’aperto, costeggiato dal muro di contenimento della ferrovia, permette di respirare una boccata di aria di mare e di godere del tepore del sole. A sinistra, una spiaggia frequentata anche in autunno da saccopelisti offre una gradevole risacca. Sotto il livello dell’acqua, numerose grotte e anfratti si aprono, rivelando a coloro che amano le immersioni una biodiversità colorata e sorprendente.
La terza galleria è breve e conduce, dopo poche decine di metri dall’ingresso, ad un’apertura artificiale connessa con la galleria successiva, coperta da una singolare volta in mattoncino molto alta e sostenuta dalla massicciata, che è stata sapientemente rinforzata, pur mantenendone intatte le caratteristiche estetiche. È questo un punto dove la massicciata tocca il mare che, con la forza delle sue onde salate, ne aveva intaccato seriamente la solidità. In questo punto suggestivo si possono ammirare i virtuosismi edificatori che contraddistinguono questo tracciato ferroviario, tra cui spiccano le spallette d’arenaria che sovrastano la volta, le bocche delle due gallerie e l’accesso di una scaletta, ora scomparsa ma che esisteva fino a pochi anni fa, per accedere al di sopra della volta, talmente ripida che pareva sfidare la forza di gravità. Inoltre, si possono ammirare i particolari architettonici delle gallerie, l’uso di due materiali diversi, i blocchi di serpentino fino a due metri e mezzo da terra e poi i mattoncini per la volta e le numerose nicchie di servizio per i tecnici addetti alla manutenzione. Qua e là si notano anche alcuni segnali ferroviari realizzati con piastrelle bianche e nere e altre recanti una numerazione. Alla esatta metà della volta delle gallerie, è possibile notare la striscia nera lasciata dalla fuliggine delle locomotive a vapore, che per prime attraversarono la via ferrata.
Proseguendo, si imbocca la quarta galleria, piuttosto lunga, sbucando in vista del villaggio turistico “La Francesca” di Bonassola. Questa era la parte più seriamente danneggiata. Fino alla ristrutturazione, infatti, il piano stradale era stato completamente eroso dal mare per diversi metri e l’imboccatura della galleria era crollata. Ora, invece, la massicciata è stata completamente ripristinata, l’acqua di scolo della montagna soprastante è stata incanalata in due punti ed è stato creato uno spiazzo panoramico. L’ingresso della galleria è stato ricostruito in cemento armato rivestito di blocchi di serpentino ed è stato salvato e ripristinato (solo esternamente) il casello che ivi si trovava. Sebbene l’interno sia completamente distrutto, è ancora possibile notare la sede del camino, al piano terra, e la canna fumaria ancora annerita. Da notare anche l’ingegnosa architettura di una scaletta che permetteva l’ispezione dell’alto muro di contenimento della montagna, la cui solidità è vera prova di fine edilizia, dato che ad ogni pioggia consistente l’acqua esercita su di esso una notevole pressione.
A questo punto si entra nella quinta ed ultima galleria, la più lunga, che conduce direttamente a Bonassola. Questa galleria curva leggermente verso l’interno, per cui a metà strada non è possibile vedere né l’entrata né l’uscita, come in tutte le altre. L’illuminazione rassicura la marcia e, dopo aver superato un tratto dove la galleria assume una strana forma, rinforzato con chiavi d’acciaio e soggetto ad una pesante infiltrazione idrica, la volta si allarga, raddoppia e in un attimo si esce a Bonassola, che offre la visione ristoratrice della sua baia tranquilla e, al capo opposto di questa, la graziosa chiesa di Santa Rosalia.
Sui vicini scogli, un bunker tedesco residuato della guerra. A destra, ancora ampi archi della massicciata, color ruggine a causa di infiltrazioni ferrose.
Una passeggiata rilassante, adatta proprio a tutti, compresi portatori di handicap, che permette di godere alcuni tratti poco conosciuti di costa e di rivivere, almeno in parte, un frammento di storia recente che meriterebbe sicuramente di essere approfondito, magari anche con qualche pannello didattico che illustrasse la storia poco conosciuta dei primi viaggi ferroviari in Liguria.

Levanto, il Waterfront


Imbocco della prima galleria


Interno della terza galleria


Un tratto all'aperto


Apertura voltata tra due gallerie


Spallina in arenaria e ingresso alla scaletta ormai distrutta


La massicciata totalmente rifatta e il casello


Imbocco dell'ultima galleria


La baia di Bonassola

3 commenti:

  1. Un lavoro eccellente, complimenti.

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  2. mi hanno detto che molte parti di questo percorso sono sparite durante l'alluvione. News?

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  3. Grazie..interessantissimo...ero desiderosa di conoscerne di più dopo la visita odierna..visto che ne parli..qual era l'utilizzo durante la guerra? Ci sono stati dei bombardamenti?

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