Luciano Rosselli, L’Acquedotto storico di Genova, 2009, Nuova Editrice Genovese
Quanti genovesi sanno da dove proviene l’acqua che sgorga dai loro rubinetti? Quanti si rendono conto di quanto ingegno è stato necessario per progettare il sistema di approvvigionamento idrico della città? Quanti ne conoscono la storia?
Sicuramente Luciano Rosselli la conosce molto bene.
Ma conoscerla non basta, bisogna anche saperla raccontare, spiegandone gli aspetti tecnici, mostrandone i progetti ed i resti e lasciando spazio -perché no?- anche a quel sentimento di nostalgia per le cose belle del passato, che caratterizza fortemente la cultura popolare genovese. Anche in questo di certo Rosselli non difetta.
“L’Acquedotto storico di Genova” è l’eccezionale resoconto di una ricerca titanica, effettuata sia tra la polvere degli archivi storici, tra numerosissimi documenti del passato, sia sul campo, percorrendo ogni singolo metro dell’antico acquedotto della Valle del Bisagno, per scoprirne i segreti, le particolarità e la bellezza. La documentazione è veramente esauriente e completa, e non vi è aspetto dell’acquedotto che non sia toccato: si parte dalla storia, si passa dall’architettura e dalla tecnica idraulica, per arrivare fino all’escursionistica.
Tramite la ricchissima documentazione fotografica a colori, è possibile apprezzare i tanti virtuosismi architettonici che furono impiegati, a partire dal XVII secolo, per migliorare la struttura dell’acquedotto, la cui prima costruzione, romana, risale addirittura al I secolo a.C.
Tra ponti-canale, ponti-sifone, gallerie e percorsi lastricati, l’Autore si addentra nelle anse più recondite delle condotte idrauliche, rintracciando con occhio esperto il susseguirsi delle tracce nel tempo, confrontandole con i documenti storici che conservano i progetti realizzati e quelli non realizzati, spiegando il funzionamento degli apparati e raccontando le vicende umane che riguardano questa incredibile opera.
E, come sempre, Genova stupisce, affascina, sorprende. Perché anche le soluzioni adottate per questo acquedotto sono qualcosa di irripetibile, di tipicamente genovese, di ingegnosamente genovese. E Rosselli, macchina fotografica a tracolla, esplora le infrastrutture, anche le più inaccessibili, come un novello Indiana Jones, per riportarcene l’immagine e permettere anche ai meno avventurosi di osservare e di comprendere il lavoro dell’uomo.
Interessantissima è la parte tecnica e storica, completa di mappe con riferimenti e tabelle che hanno il potere di fissare chiaramente i dati nella memoria. Veramente molto gradita, inoltre, la guida escursionistica completa, che permette di avere ottimi riferimenti per piacevoli e suggestive passeggiate all’insegna della storia urbana. Completa il tutto una completissima tabella cronologica che sintetizza gli ultimi mille anni (!) di storia dell’acquedotto.
Il volume si presenta in una veste editoriale davvero molto curata e corretta, sia dal punto di vista formale che da quello della consultabilità, di cui si godono appieno le immagini grazie ad un’ottima impaginazione ed un formato generoso. Il libro è scritto in modo competente ma non saccente, tecnico ma scorrevole ed entusiasmante, con uno spirito allo stesso tempo di seria ricerca e di avventura urbana e può essere annoverato senza dubbio tra i migliori volumi di archeologia industriale attualmente in circolazione, che nessun appassionato di Storia Ligure o Genovese dovrebbe mancare di esporre nella propria biblioteca.
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