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mercoledì 9 febbraio 2011

Amphiorama 1869: la visione del mondo dalle montagne di La Spezia

di Jonathan Ferroni

La prima volta che lessi la parola “Amphiorama” avevo undici o dodici anni. Ne faceva cenno un libro che mio padre aveva acquistato a Monterosso, il quale mirava a fornire una affascinante panoramica sulla storia e preistoria della riviera spezzina, con un particolare riguardo alle leggende e agli eventi insoliti o irrisolti.
Quanto mi fece fantasticare, in quegli anni, ciò che avevo letto su quel libro!
Erano in realtà poche righe, in cui si narrava per sommi capi ciò che era successo ad un naturalista inglese, di nome Trafford, nel 1869, in una giornata primaverile e limpida, durante un’escursione sul Monte Castellana, celeberrima altura da cui si gode una splendida panoramica del Golfo di LaSpezia.
Stando al suo stesso racconto, Trafford avrebbe assistito ad un fenomeno ottico strabiliante, durato oltre cinque ore, durante le quali egli poté vedere una sorta di proiezione a distanza dell’intero pianeta, in una prospettiva assolutamente insolita.
Quale meraviglia per la fantasia, immaginare di vedere tutti i luoghi del mondo in tempo reale, dipanarsi uno dopo l’altro nel cielo terso di una splendida mattinata di sole sul Golfo!
È un’immagine mentale che è rimasta a lungo impressa nella mia memoria, composta in parte dal ricordo delle passeggiate sulle alture delle Cinque Terre e cristallizzata in un fotogramma dal noto dipinto di Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di nebbia, che a mio parere rappresenta al meglio il senso di meraviglia e di attonito stupore di un uomo che si sente solo in cima al mondo. Non a caso, questo stesso dipinto è stato utilizzato anche per illustrare la copertina del libro di Bruno Della Rosa “Strane storie spezzine”, uno dei cui capitoli è dedicato appunto alla vicenda dell’Amphiorama.
Negli anni che seguirono, comparvero qua e là altri cenni a questa incredibile esperienza e al memoriale che Trafford ne redasse, un libercolo del 1874 intitolato appunto “Amphiorama, ou la vue du monde des montagnes de La Spezia”, stampato in Svizzera con una tiratura molto bassa.
L’irreperibilità dell’opera mi affascinò fin da subito per l’alone di mistero che creava, e ben presto nacque in me il desiderio di trovare il memoriale e di renderlo pubblico affinché ognuno potesse farsi da sé un’idea completa, senza doversi accontentare del giudizio di quei pochi che ne avevano parlato in passato.
Naturalmente, come tanti sogni e idee di fanciullezza, rimase chiuso per un po’ nel cassetto. Poi, constatando che l’argomento tornava ad essere discusso, soprattutto su internet, ed a riscuotere l’attenzione del pubblico, mi decisi a realizzare quell’antico progetto e mi misi alla paziente ricerca dei testi originali, per poterli tradurre e pubblicare.
Nel dicembre dell’anno appena trascorso, questo progetto è stato finalmente portato a termine e, seppure con diverse difficoltà, il testo è stato pubblicato ed è disponibile presso il sito www.lcsscl.it, presso L’Altare del Sole Editrice e ovviamente nelle maggiori librerie online.
Così come ogni idealizzazione si estingue a contatto con la realtà, anche l’idea che io mi ero fatto di quel libro è svanita non appena ho potuto leggerlo. L’esposizione dei fatti è piuttosto nebulosa, le spiegazioni non sono mai particolarmente chiare e l’intera esperienza potrebbe essere ugualmente una nuova scoperta scientifica o la fantasia di una mente indisciplinata.
Chiunque si sia fatto un’idea dell’Amphiorama ora può confrontare quell’idea con la realtà, nel bene e nel male. Di certo, il confronto delle diverse interpretazioni, che sarà interessante e stimolante, potrà aprire un vivace dibattito nel mondo scientifico, qualora l’interesse suscitato dal fenomeno sia abbastanza ampio.

La mia intenzione, nella pubblicazione di questo libro, è stata principalmente quella di rendere al pubblico spezzino un testo che riguarda, anche se indirettamente, la sua terra e la sua città. Un testo del passato che non è mai stato pubblicato prima in Italia e che, al di là di ogni giudizio di veridicità, rappresenta un fatto insolito, curioso e affascinante, da inserire negli archivi della memoria di questo territorio.
Sarà inoltre mia cura, oltre che gradito impegno, di inviare copie del volume ai principali organi di stampa liguri, nonché ad alcune selezionate società scientifiche, affinché coloro che sono “addetti ai lavori”, se interessati, possano tentare di confermare o confutare l’esposizione di Trafford, magari aggiungendo un nuovo caso ai misteri della scienza.
Nella cura della prima edizione del libro (e anche ora), mi sono voluto astenere dall’esprimere qualsivoglia giudizio, poiché non mi compete nessuna delle materie il cui àmbito sia coinvolto nell’esperienza dell’Amphiorama. Come è naturale, sorgeranno pareri discordanti e taluni proporranno teorie non condivisibili dal mondo scientifico, troppo fantasiose per essere considerate verosimili. Sarà necessario, in effetti, un approccio molto aperto e possibilistico, a coloro che vorranno tentare di interpretare il fenomeno, tuttavia si dovrà comunque cercare di andare all’essenza dei fatti, spogliandoli del loro involucro d’apparenza, e non di aggiungere fantasiose elucubrazioni a quelle già spontaneamente esistenti.
Per dirla con una antica parabola orientale: “Colui che porta acqua al fuoco vuole spegnerlo, mentre colui che vi porta legna vuole ancora veder danzare la fiamma!”





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